DATI
POST-MORTEM.
Sono le informazioni odontoiatriche raccolte sul cadavere da identificare
e riassunte nelle apposite schede simili a quelle utilizzate per la
raccolta dei dati ante-mortem. Considerata la condizione dei corpi che
usualmente vanno identificati (carbonizzati, putrefatti, traumatizzati)
le strutture sono spesso molto fragili e l’esame orale deve essere
considerato come un’operazione irripetibile; è pertanto
opportuno registrare e fotografare passo per passo ogni fase dell’esame
odontoiatrico. Un kit basilare per effettuare un esame post-mortem dovrebbe
comprendere: specchietto, specillo, bisturi, sega, spazzolini, spugne,
luce ultravioletta (per evidenziare restauri estetici), macchina fotografica,
necessario per effettuare radiografie endorali e calchi dentari e una
buona fonte di illuminazione.
Una prima ispezione dell’intera salma avrà lo scopo di
recuperare tutti gli elementi dentari ed eventualmente gli elementi
protesici che possono essersi dislocati dal cavo orale. Spesso infatti
alcuni importanti elementi utili all’identificazione possono trovarsi
nella faringe, laringe, trachea, esofago della salma o più semplicemente
nel sacco con cui la salma è stata trasportata. Non sempre l’accesso
al cavo orale del cadavere è semplice (soprattutto in caso di
soggetti carbonizzati o mummificati). La disarticolazione dell’articolazione
temporo-mandibolare e la successiva asportazione della mandibola costituisce
una soluzione; sicuramente più pratica e veloce è la resezione
di mascellare e mandibola tramite sega tipo Stryker praticando dei tagli
paralleli al piano occlusale e passanti per la spina nasale e per il
terzo medio della branca verticale della mandibola.
È opportuno prima di procedere alla asportazione della mandibola
registrare il tipo di occlusione. Viene quindi esaminata la formula
dentaria, cioè la presenza o assenza dei singoli elementi dentari;
in caso di mancanza di un dente è opportuno annotare se si tratta
di perdita perimortale-postmotale o chiaramente ante-mortem collocando
cronologicamente la perdita in base al grado di rimaneggiamento dell’osso
alveolare. Si prende poi nota di ogni eventuale anomalia di forma, sede
o posizione degli elementi dentari così come della presenza,
tipologia e localizzazione di ogni tipo di patologia orale.
Molto spesso sono le particolarità terapeutiche a permettere
l’identificazione della salma in quanto descritte nelle cartelle
cliniche ante-mortem. Ogni tipo di intervento odontoiatrico va quindi
accuratamente descritto per tipologia, localizzazione, tecnica e tecnologia
utilizzata. La visita post mortem può quindi essere completata
dalla rilevazione dei calchi dentari utilizzando i materiali normalmente
utilizzati nella pratica clinica e dall’effettuazione di radiografie
endorali.