Spesso l’attività dell’odontologo forense inizia sulla scena di un crimine o di rinvenimento di un cadavere. Le informazioni utili all’identificazione di una salma non identificabile o all’individuazione di un aggressore sono infatti direttamente repertate da chi ha le competenze per poter individuare informazioni dentarie utili agli scopi. Per quel che riguarda le salme carbonizzate, in avanzato stato di decomposizione o scheletrizzate, le strutture dentarie, preziose a fini identificativi, possono divenire estremamente fragili o addirittura dislocarsi dal cavo orale.
È pertanto opportuno durante le fasi di recupero di una salma da identificarsi che particolare cautela sia prestata nel trattamento della zona orale al fine di non disperdere frammenti ossei, dentari o manufatti protesici che serviranno all’identificazione. La zona periorale del cadavere viene pertanto opportunamente protetta con spray fissativi o mezzi di contenzione meccanica; l’ambiente va poi accuratamente esaminato da chi conosce l’anatomia dentaria e i manufatti odontoiatrici al fine di individuare parti intere o frammenti (anche parzialmente o totalmente carbonizzati) di elementi dentari o protesici dislocati dal cavo orale.

n caso di soggetti inumati la collaborazione con l’archeologo forense o la conoscenza delle basi della disciplina di scavo archeologico-forense permettono il corretto recupero di tutti i dati utili allo studio odontologico del soggetto. La scena del crimine può anche contenere informazioni utili all’identificazione di un reo attraverso le sue impronte di morsicatura su oggetti o cibi o attraverso le impronte delle rughe labiali motivo per il quale si rendono necessarie le basi di sopralluoghistica e la collaborazione con le autorità investigative.